La superficie calpestabile è la somma delle superfici interne effettivamente utilizzabili di un immobile. Sono quindi esclusi da questo numero i muri di confine con altri appartamenti, i muri interni, i balconi, etc. Parliamo quindi solo dei MQ che, come dice la parola, sono effettivamente “calpestabili”.
Il calcolo della superficie calpestabile è molto semplice: è sufficiente misurare la lunghezza e la larghezza di tutte le stanze dell’immobile e moltiplicare i due valori. È importante tenere conto delle irregolarità delle pareti e degli angoli, che possono modificare la superficie effettiva.
Ad esempio, se una stanza ha una lunghezza di 10 metri e una larghezza di 5 metri, la sua superficie calpestabile è di 50 metri quadrati.
La superficie commerciale è una misura più ampia della superficie calpestabile, in quanto include anche i muri, le aree scoperte esterne (terrazze, balconi, verande, etc…) e le dipendenze esclusive (portici, cortili).
Il calcolo della superficie commerciale è più complesso di quello della superficie calpestabile, in quanto richiede l’utilizzo di indici di conversione. Questi indici variano in base al tipo di immobile e alla sua destinazione d’uso.
Ad esempio, l’indice di conversione per i balconi è in genere del 30%, mentre quello per le cantine esterne è del 20%.
Per calcolare la superficie commerciale di un immobile, è quindi necessario:
- Misurare la superficie calpestabile dell’immobile;
- Applicare gli indici di conversione alle superfici delle aree non calpestabili;
- Sommare le superfici calpestabili e quelle non calpestabili.
Ad esempio, se un appartamento ha una superficie calpestabile di 100 metri quadrati e un balcone di 15 metri quadrati, la sua superficie commerciale è di 125 metri quadrati (100 + 15 x 0,3).
In Italia, la superficie commerciale è quella utilizzata per determinare il valore di un immobile ai fini fiscali e contrattuali.